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censimento 2001 - famiglie nr.16
censimento 2001 - abitanti nr.38 |
altitudine 610 metri s.m. |
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Inserita in un pregevolissimo scenario naturale, la
contrada di Mondrago giace sul crinale alla biforcazione dell’omonimo rio.
È costituita da un agglomerato lineare costruito per lo più in lastame
lessinico lungo una diramazione che piega verso la val Sorda della strada
comunale per Cerna. Sia per l’impianto insediativo generale (PAVAN
1963, 28), sia per l’attuale configurazione
delle unità abitative (RIGHETTI
1989, 309), Mondrago appare come
caso tipico di insediamento contradale interessato da processi evolutivi
sul nucleo d’origine. Sul versante nord si snoda la schiera primaria di
case, massiccia e compatta e caratterizzata da un discreto sviluppo in
altezza (tre-quattro piani). Il suo fronte verso l’interno del nucleo
presenta numerose aperture disposte irregolarmente, sintomo del
processo accrescitivo spontaneo: sono affacciati
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da questa parte prevalentemente gli spazi di abitazione, con accesso alle
case spesso posto a un piano rialzato sopra le cantine. Verso la vallata
tale schiera prospetta invece con una ‘murata’ di pietra a strapiombo
prevalentemente chiusa che conferisce al borgo un aspetto di
‘introversione’ difensiva rispetto alla vallata (Ibidem).
L’altro fronte della strada è formato da una sequenza di rustici agricoli
di altezza più contenuta, impreziosita dagli elementi costruttivi
caratteristici del linguaggio lessinico: triangoli, architravi combinati
su mensole, archetti ribassati. Da questa parte però il tessuto del borgo
si apre e diventa un insieme di spazi aperti concatenati fra loro.
Compaiono qui tutti gli elementi tipici della corte promiscua (priva della
struttura d’accesso e chiusura – l’arcone coperto – che si riscontra
invece in centri di carattere più ‘urbano’, come Cerna e Molina): la
fontana-lavatoio di pertinenza, l’aia lastricata, le recinzioni di laste
conficcate
in verticale nel terreno.
Fulcro del complesso più articolato e meglio conservato (mentre le due
corti sul versante sud sono di scarso pregio costruttivo) è la piccola
chiesa, in posizione angolare sulla piazzetta principale. Soluzione questa
del tutto inusuale tra i borghi rurali pedemontani, raramente organizzati
con gerarchie spaziali e processi di polarizzazione. Di norma infatti le
strutture pubbliche come chiesa, campanile, cimitero – peraltro in
analogia con i centri della montagna trentina e tirolese e degli altipiani
prealpini veneti – si situano ai margini dell’abitato o in posizione
preminente (POSOCCO-PASQUALIN
1985, XXV). Dove l’abitato sfuma nella campagna a pascolo compaiono
i tradizionali orti nelle ‘vasche’ di pietra e alcuni interessanti esempi
di capanne pietrificate, con
pareti a tutta lastra e tetto di pietra destinati al ricovero di animali e
attrezzature agricole. [m.m.]
(tratto dal libro edito dal comune, Marano Valpolicella,
1999)
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Magico Veneto Marezzane |
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Visualizzazione ingrandita della mappa |
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