PAVERNO | PAERNO | ||
Non stupisce, quindi, la presenza nella valle di Marano di numerosi vici (VARANINI 1985, 29-30, 36-37; CASTAGNETTI 1984, 27-30). Già nel IX secolo è attestato Arcele (846), probabilmente l’attuale Cadiloi presso Valgatara. Nel X secolo compaiono Fasanara, che nel 1058 viene definito vicus, Oliveto (931), che con ogni probabilità è da identificare con la località Pozzo. All’XI secolo risalgono Paverno (1004), Baurago (1046), corrispondente all’attuale Agnella di sotto, e Malini (1005). Quest’ultima località doveva trovarsi assai vicino a Ravazzol o, addirittura, identificarsi con esso. Come si vedrà in una scheda successiva, un documento del 1046 presenta alcuni beni ubicati «in vico Ruvaciolo sive in Malino». Nella pertinenza di Marano sono documentate nel IX secolo Fornalè e nel X Canzago. [f.a.] |
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Paverno ha conservato l’impianto urbanistico tradizionale, con le vecchie corti ancora distinguibili una per una: tutto intorno lo spazio agricolo è stato intensamente lavorato e organizzato. |
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(tratto dal libro edito dal comune, Marano Valpolicella, 1999) |
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altitudine 202 metri s.m.
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Edicola affrescata collocata nel muro di ingresso di un’antica casa a corte di Paverno: in alto, la data 7 zugnjo 1575. Raffigura la Madonna con il Bambino tra San Bartolomeo e San Rocco.A rendere preziosa questa testimonianza storica non è solo la data, ma il fatto di trovarsi all’ingresso della corte e di raffigurare due protettori contro le malattie in epoca di ricorrenti pestilenze.
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