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Iniziata nel 1944 e conclusa nel 1947, l'opera che
Aldo tavella ha lasciato nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Marano
di Valpolicella è una vera e propria catechesi pittorica.
Sopra l'ingresso "La Natività" e sul fondo dietro il presbiterio, "La
Crocifissione", quasi a sintetizzare dall'ingresso al fondo della chiesa
tutta la vita di Cristo.
Sopra i due altari laterali, che provengono dalla chiesa settecentesca,
dedicati alla vergine e a San Giuseppe, egli ha posto
"L'Annunciazione" e la "Morte di Giuseppe".
Alla base della cupola, quasi come colonne portanti vi sono le figure
ieratiche dei quattro evangelisti: Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Nei quattro cassettoni che sovrastano il vaso dell'edificio, i
novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso.
Ma l'invenzione straordinaria del tavella sta forse nell'impianto
pittorico della cupola: tra vari tipi di piante della Bibbia cono
raccolte tutte le contrade che componevano all'epoca la parrocchia di
Marano, simboleggiate dal santo a cui è dedicatala chiesa presente in
ciascuna. Così attorno a Gesù buon Pastore che chiama i piccoli a sé
troviamo la Vergine della Valverde; San Giorgio, al quale è dedicata la
chiesa di Purano, San Rocco per l'omonima contrada, oggi parrocchia
indipendente; Sant'Eustacchio per Prognol; San Carlo Borromeo per
l'oratorio di Canzago e San Vincenzo Ferreri, a cui è dedicato un
capitello appena sopra il paese di San Rocco, ai confini della
parrocchia.
A fianco ad essi San Zeno, patrono della Chiesa veronese.
Nelle volte che precedono gli altari massime tolte dalla Bibbia.
Sopra il presbiterio, oggi non più in uso, l'Agnello Pasquale, simbolo
del sacrificio di Cristo.
Francesco Coati |