<%@ Language=JavaScript %> Marano di Valpolicella

 

PICCOLO MONDO ANTICO

MARANO DI VALPOLICELLA

 

da l'Arena - mercoledì 13 ottobre 2004 provincia pag. 24

Dalle ville venete ai muri a secco ogni pietra si inserisce in un’affascinante architettura complessiva
Le tracce di un piccolo mondo antico
Così la valle ha saputo conservare nel paesaggio la memoria del passato

Al visitatore che lo attraversa per la prima volta, il territorio di Marano si presenta come uno dei più suggestivi dell’intera zona, arricchito, oltre che degli immancabili vigneti, anche di ciliegi e olivi. Poche le case, sparse per le contrade: la popolazione del Comune non arriva alle 3.000 unità. Quando l’agricoltura era l’attività prevalente, il territorio «fertile e montuoso», come lo descrive una vecchia guida, dava «uve, cereali, gelsi, alberi da frutta, legumi e patate». Scomparse queste ultime produzioni, oggi il paese è famoso soprattutto per la sua produzione di Valpolicella, Amarone e Recioto e per le sue ciliegie, alle quali è dedicato un importante mercato.
Abitato fin dall’antichità, il paese fece parte del pagus degli Arusnati e poi, in età medievale, dei possedimenti degli Scaligeri, che sull’attuale Monte Castelon eressero un castello. Questo venne poi affidato a Federico II della Scala, per quindici anni conte della Valpolicella, ma fu distrutto nel 1325, quando Federico fu costretto a lasciare le sue terre per aver congiurato contro il suo potente parente, Cangrande. Le epoche seguenti videro in successione il dominio di Venezia, quello dei francesi e infine degli austriaci, prima dell’unione nel 1866 del Veneto al Regno d’Italia.
Paesaggio a parte — una bella visione d’insieme si ha dal piazzale della chiesetta di Santa Maria Valverde, da cui lo sguardo nelle giornate più limpide spazia fino agli Appennini — uno dei motivi d’interesse della valle è costituito dalla sua architettura rurale; dalle strutture a corte, diffuse soprattutto nella parte più bassa, dove le case sono in conci di tufo o calcare e i tetti hanno i caratteristici coppi di cotto, agli abitati interamente in pietra della Lessinia, come Mondrago, nella parte più alta del Comune, alle ville, alle case contadine, alle numerose ed eleganti corti rurali, spesso con torre colombara. Piccoli gioielli disseminati in giro: rustici e vecchi roccoli per la caccia, croci in pietra, capitelli, fontane con lavatoi. Un altro elemento che disegna il paesaggio anche da un punto di vista cromatico è dato dalle marogne, i classici muretti a secco posti a sostegno dei terrazzamenti artificiali. (e.t.)