<%@ Language=JavaScript %> Ville a Marano di Valpolicella

 

VILLE A

MARANO DI VALPOLICELLA

 

da l'Arena - mercoledì 13 ottobre 2004 provincia pag. 26

Architetture monumentali documentano il fasto nobiliare nelle residenze agresti
Da sempre luogo di delizie
La valle fu preferita già dai Romani per le ville

A vivere con tutti gli agi in Valpolicella avevano cominciato già i Romani, edificando su un po’ tutto il territorio dimore più o meno sontuose, appartenenti alle famiglie nobili di Verona. Disgraziatamente però, la scarsa documentazione giunta fino ai giorni nostri non ci permette di sapere con precisione come fossero queste ville. Quelle presenti nel territorio di Marano sono tutte di epoca più tarda: come per il resto d’Italia, anche per la Valpolicella l’epoca delle ville coincise con l’inizio dell’età umanistica, in particolare con il dominio della Serenissima nel Vicentino e il Veronese.
Una delle ville più imponenti è sicuramente la Fasanara: la tradizione vorrebbe che derivi il suo nome da una riserva di caccia del re Berengario, che nel secolo X aveva una villa nel vicino San Floriano, ma non si possiedono prove certe in proposito. La costruzione risale al Quattrocento, e costituisce uno degli esempi meglio conservati di villa a portico e loggia con torre colombaia, tipico della Valpolicella. Il portico a piano terra presenta tre arcate, che nella loggia sovrastante diventano sei e in alto si notano due finestrelle rotonde, sotto la gronda, tra i resti d’una decorazione pittorica ancora ben visibile nel ’500 e che doveva ricoprire tutta la facciata, e di cui sono rimaste tracce anche sulla colombaia. L’intero complesso in origine doveva avere anche un mulino.
Se quella della Fasanara è il più notevole, un altro esempio di villa a portico e loggia con torre colombaia, villa Simeoni, si trova in località Badin. In questo caso però l’edificio ha subito nel 1931 un intervento di ammodernamento piuttosto pesante, soprattutto nella torre colombaia, e oggi il suo stile è più vicino al neoromanico: tuttavia sono stati mantenuti sia gli archi di portico e loggia, sia le antiche colonne con capitelli a foglie uncinate. Anche in questo caso, la villa era stata edificata nel Quattrocento.
Risalirebbe invece al secolo successivo La Tor, ovvero il complesso di Torre a Valgatara: villa Nuvoloni. Più che di un unico edificio, si tratta di un palazzo padronale e di alcuni annessi rustici attorno a un’ampia corte recintata da un muro. Lo stemma in tufo dei Nuvoloni si nota sulla facciata del palazzo, e risale allo stesso periodo — il Settecento — in cui vennero fatti alcuni lavori, tra cui il portale, oggi ridotto a pochi resti.
Altre ville s’incontrano, sempre in questa zona: villa ex Graziani, ottocentesca, dalle linee classiche; villa Silvestri, della stessa epoca e circondata da un bel parco-giardino; villa Raisa Rimini, della fine dell’800; villa Campagnola, già nota come villa dei conti Soardi. Quest’ultima è un’ampia costruzione divisa in due parti: quella occidentale ha una loggia architravata con sottostante portico ad archi e pilastri bugnati, di tipo sanmicheliano, quella orientale presenta una scala esterna a due rampe e lo stemma dei conti Soardi, antichi proprietari.
Sempre di questa famiglia si parla anche a proposito del Castel, un grande complesso oggi adibito a casa colonica, un tempo dimora signorile, e che probabilmente sorge sul sito di un precedente edificio fortificato.
Le ultime due ville si trovano in località Canzago: villa ex Lorenzi e villa Rizzini. La prima (fine XVIII secolo - inizi XIX) è dell’architetto Luigi Trezza e presenta motivi architettonici tipici di Michele Sanmicheli, la seconda, già Porta, è una pittoresca costruzione tra ispirazione cinquecentesca e adesione al nuovo gusto barocco del Settecento. In questo secolo infatti la struttura subì importanti interventi stilistici: vennero aggiunti sia la scalinata esterna a quattro rampe, sia il loggiato a due piani, ad archi e pilastri, articolato a una struttura a forma di L posta a destra del prospetto principale, sia lo stemma nobiliare dei Porta, che diedero il nome a una vicina contrada, e che oggi è ancora visibile, sia pure un po’ sacrificato, sotto il cornicione. In passato la villa era circondata da una vasta proprietà terriera e da un giardino con fontane, del quale purtroppo oggi non rimane più nulla.
Elisabetta Tosi