L’abitato delle tezze è abbarbicato su un breve pendio al limitare del bosco delle Marezzane. La contrada, disabitata, ora serve come deposito per macchine e attrezzi a due nuclei famigliari alloggiati poco più a nord in moderni edifici
Un caratteristico arco con tetto in pietra funge da ingresso al cortile lastricato sul quale prospettano le abitazioni. L’Oratorio, adiacente all’arco d’accesso, è facilmente individuabile per la rozza croce e la lapide murata su cui è scolpita la dedica:
HOC SACELLUM B.V.M. SALECTAE SALVADOR LONARDI PYRI RECTOR EXTULIT JUSTINUS FRATER LAVANEI CURIO ABSOLVIT DICAVITQUE CYPRIANUS HORUM NEPOS PYRI RECTOR PRODIDIT.
ANNO MDCCCLXVII (sic).
(Questo tempietto dedicato alla Beata Vergine maria della Salette, Salvatore Lonardi rettore di Peri offrì, il fratello Giustino prete della curia di Lavagno portò a compimento e consacrò, Cipriano, loro nipote rettore di Peri, inaugurò. Anno 1967.
Tempo fa, in seguito a una spartizione, l’aula originale è stata maldestramente divisa da una tramezza e ora lo spazio occidentale nulla conserva della primitiva impronta se non un’acquasantiera murata e tracce di un arco. L’altro locale, al quale s’accede attraverso un uscio premesso da gradini, conserva qualche arredo sacro, in particolare un altare ligneo impostato su colonne intarsiate e una teca infiorata contenente la statua della Beata Vergine della Salette, titolare dell’oratorio. La vergine è incoronata e ha il capo coperto da un lungo velo che le scende fino ai piedi. Completano gli ornamenti dell’altare alcuni candelabri in ceramica, uno stendardo, un crocefisso, un ciborio e un’aquila lignea infissa sopra una sfera. Alle pareti è appesa una Via crucis cartacea racchiusa in cornici sormontate da croci olivetane cui fa da pendant un solitario quadretto con foto e manoscritto di Giustino Lonardi datato 1850. Una finestra aperta sulla parete meridionale dà luce al locale concluso da altre suppellettili tra cui due crocifissi e una lampada votiva.
Qui, come da lascito dei fondatori, veniva celebrata la messa tutte le settimane da un religioso inviato appositamente dalla parrocchia di Marano. Col passare del tempo la solitaria posizione del sacello e il progressivo spopolamento della contrada hanno fatto cadere in disuso rito e devozione.
(da Noterelle di Folklore dei monti lessini di Giuseppe rama)