Dalla chiesa parrocchiale di Valgatara, salendo la valle di Marano a destra si arriva, oltrepassato il Perlè, a Gnirega. Poi la strada prosegue per le Marognole e le Biniele, avvicinandosi a Pazzi.
Nel XII secolo compare nella documentazione Maregnago; nel secolo successivo sono menzionate Gnirega e Pozzo.
La contrada di Gnirega è una delle più antiche di Valgatara e ha conservato l’impianto originario con una fila di corti allineate lungo la strada, alcune con degli eleganti portali ad arco in tufo. L’altro lato della strada è occupato dal fianco e dai rustici di Villa Nicolini, ora Clementi, presente dal ‘500. Della metà dell’800 è la cappellina sul lato nord della contrada. Sullo stesso lato si trova una bella fontana pubblica, ora in disuso, ma che un tempo forniva acqua potabile per tutte le famiglie e serviva per abbeverare gli animali e per il bucato. L’alto serbatoio era dotato di un meccanismo per dividere l’acqua equamente fra gli abitanti della contrada e i padroni della villa.
Quattro vasche addossate al muro che finisce con una torretta costruita tempo fa per la ripartizione dell’acqua tra gli abitanti di Gnirega e il proprietario della adiacente villa.
altitudine 303 metri s.m.
censimento 2001 – famiglie nr.10
censimento 2001 – abitanti nr.34
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1 commento
Sul nome Gnirega non si trova alcun cenno in libri o siti, neppure mi pare in vocabolari veneti, anche se l’accento viene dato per piano diversamente da Mazzùrega di Fumane (che io attribuisco a una vena di terra “maiolica” seguendo una notizia geologica di Carlo Cattaneo: Notizie…su la Lombardia. Milano 1844 p.59). Si tratta forse di acqua nera o ferruginosa?
Sarò grato a chi mi sottoponga documentazioni o ipotesi, citando l’informatore. Sono studioso di geografia linguistica e osso contraccambiare con molte notizie su qualunque zona
prof. Tomassucci (Pistoia) tomassucciriccardo@virgilio.it