ENCAENIA
DEL
TEMPIO DI MARANO
VALPOLICELLA
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
30 NOVEMBRE 1924
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEI
Posa della prima pietra
28 SETTEMBRE 1922
La vallata ubertosa, vera Tempe veronese, era ieri
insolitamente animata. Da Minerbio, da S. Rocco, dal Castelon, dalla
piazza scendevano carri, biciclette, capannelli, con segni di festa, con
pennacchi e tracolle, fino a S. Floriano.
Si attendeva Mons. Corsini, che da Verona giunse in auto, accompagnato dal
cancelliere di curia, prof. Venturi, dal parroco e dal sindaco. Presso
alla piazza si formò il corteo, in cui spiccavano numerosi i confratelli
in uniforme. Dopo la visita in Chiesa, la processione si avviò al luogo
della prima pietra. Parecchi sacerdoti delle convalli, e il venerando V.
F. di S. Floriano, venuti per decorare la cerimonia, precedevano il
Vescovo mitrato. lì tempo lagrimoso si rasserenò, e il sole illumino' un
quadro commovente.
Sui monticelli dello sterrato, negli avvallamenti delle fondazioni, già
presso alla fine; sui pontili congiungenti i fossati, era un formicolio
da' più vari colori. I ragazzi; poi sugli steccati, sugli arboscelli
superstiti all’eccidio del brolo parrocchiale, agitavano i rami delle
siepi, facean capolino dai finestrini del campanile, pendevano, grappoli
umani, dalla cella campanaria; perfino dalla nicchia di S. Luigi del
demolito oratorio, avea trovato nuovi inquilini, in un papà che teneva in
braccio la bambina.
Nel silenzio generale dell'attesa, dopo il suono festoso delle campane
salutanti l'arrivo del Vescovo, s'udirono i rintocchi delle tre. Il
parroco, rasserenato come il cielo dopo le ansie per la concordia, lesse,
scandendo, la pergamena: << L'anno 1922 - essendo - Sommo Pontefice Pio XI
- Re Vittorio Emanuele III - Vescovo il Card. Bart. Bacilieri - Parroco d.
Giuseppe Galvani Sindaco Zardini Giuseppe - l'Ausiliare Vescovo - S. E.
Mons. Giordano Corsini - il 28 settembre - pose e benedisse la prima
pietra - di questo tempio - intitolato ai santi Pietro le Paolo - che i
fedeli di Marano - erigeranno con loro offerte - per mezzo di Astori e
Cabrini impresari - sotto la direzione dell'ing. Luigi Marconi - su
disegni del sac. Giuseppe Trecca.
<< Faccia Iddio ch'entro un anno – poniamo l'ultima >>.
Dopo la posa sull’angolo del pilone che reggerà l'arco del presbitero,
dopo la benedizione ascoltata in religioso silenzio, il Vescovo parlò:
<<tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. La pietra
che posi, indica il fondamento, la fede. Se non è stabile il fondamento
vacilla l'edificio. Perchè cadeva la vostra Chiesa? Perchè mancò il
fondamento. Ma questa a correggere il sottosuolo ha fondamenta sode,
armate durature. Simbolo del vostro tempio spirituale. Vedo sui blocchi di
pietra del tempio materiale, le pietre vive del tempio spirituale. Sorgerà
l’uno e l'altro se sarà ferma la fede. E Dio v'aiuterà se gli sarete
fedeli: ne’ bestemmie, ne' disonesta.
<<Il voto espresso nella pergamena che entro un anno il tempio sia finito,
sarà benedetto in cielo, se voi benedite Dio in terra. Auspice di tale
benedizione; vi benedico a nome del Cardinale che rappresento, e che in
spirito è fra voi, lieto della vostra fede, e dello slancio con cui
accoglieste chi viene in nome di Dio, a nome di lui ".
Dopo ciò impartì la benedizione col Santissimo, portato là
processionalmente sotto il baldacchino.
Appena il Corteo ritornò alla chiesa, e il popolo sfollò, il cielo, che
aveva sospeso il suo pianto, si commosse nuovamente.
*
**
Al simposio in canonica, nè parroco, nè sindaco, nè
fabbricieri, nè impresario posero dubbi sui denari: il dubbio era solo
tempo, non computato all'inglese ove il tempo è moneta.
Torte rotonde rappresentavano intenzionalmente la piattaforma rotonda
delle fondazioni. Per le libazioni, fu salassata la cantina parrocchiale.
E simbolicamente fu posta la pergamena in una bottiglia, e surrogati con
le bottiglie i brindisi, perché la Chiesa di Marano dipende dai grappoli.
Annata simile mai non si vide. Molti assicurarono l'uva, non con le
società, ma con Dio. Finora nè siccità nè grandine. Dunque avanti. Guai
chi si ritira! Fra un anno, regina della vallata, vedremo sorgere la
Chiesa con la maestosa sua cupola, visibile fin dal lontano altipiano
della linea di Sommacampagna. Questo il voto di tutti, l'incubo
dell'arciprete, la meta degli impresari. Arrivederci l'anno venturo!
Questo l'augurio del Vescovo. Concordia e costanza. Fabbricare una chiesa
vuol dir chiudere una prigione. Una volta si diceva così per le scuole:
oggi Papini ben dice: Chiudiamole, come sono.
<<Ma la ciesa la ghe vol>> diceva un vecchio che conduceva su a gratis la
ghiaia. <<Noaltri manco mal, semo inviadi. Ma se i zoveni no i cata la
ciesa, in do vai? Par le traverse ".Marano invece va dritto; e la retta è
la più dritta. Concordia, costanza e fra un anno il Te Deum.
(dal <<Corriere del Mattino>>)
LA CHIESA VECCHIA
Nell’archivio parrocchiale non fu possibile
rintracciare nè il progetto nè il progettista. Unica memoria è che la
chiesa fu costruita dal 1773 al 1775, essendo parroco D. Domenico Tosoni.
Essa e' in stile jonico barocco. Prima forse nella parte est c'era una
chiesetta e cio' risulterebbe dai resti di alcuni muri, che ne
traccerebbero la pianta e indicherebbero il sito 'del vecchio campanile.
Benché l'attuale chiesa non conti ancora 150 anni, era in condizioni
statiche allarmanti. Nell'abside fra parecchie fenditure una è larga
20 cm.; l'arco maggiore è in dissesto, e la
parete sud minacciava.
Il comm. G. Pattaro ing. capo del Genio Civile, e l'ing. cav. Guido
Bosinelli, dopo accurato esame proposero all’autorità competente la
chiusura della chiesa e decisero la demolizione dell’abside. La chiesa fu
chiusa il 26 ottobre 1921.
Quali le cause dello sconquasso? E’ difficile precisarle Si parla di
cattivo materiale, di mancanza di solide fondamenta, di terreno poco
compatto, di correnti acquee sotterranee. Comunque lo
sconquasso è visibile a tutti.
In un secondo sopraluogo i sullodati ingegneri
consigliarono di abbandonar la chiesa vecchia e farne una nuova seguendo i
dettami dei moderni ritrovati nel campo edilizio. Il consiglio, fondato su
ragioni solide, fu seguito dalla popolazione, che con slancio s'accinse
alla costruzione della chiesa nuova, la quale per solidità di costruzione,
bontà di materiali e linee architettoniche, costituisce una gloria per
Marano.
Sac. G. GALVANI,
Parroco
|