IL
TEMPIO
La chiesa vecchia cadeva: bisognava sostenerla e per
l’aumentata popolazione ampliarla; l'arciprete mi diè l'incarico d'un
progetto a tale scopo. Ma la larghezza attuale, allungando la chiesa e
sostituendo al pericolante presbitero una cupola, diveniva strettezza.
Abbandonata quindi, anche per altre ragioni l'idea del rappezzamento,
parroco, popolo e ingegneri approvarono la costruzione ex novo.
E ne feci il progetto che anche il Cardinale approvò: una rotonda
attraversata da una crociera, il mondo segnato dalla croce. Tale forma
movimentata, a differenza dei soliti parallelopipedi, dà anche all'esterno
buona apparenza, e permette la facciata sia sulla. Piazza, che verso S.
Floriano, dominando la vallata e spiccando a mezza costa fino alla
ferrovia Verona-Milano: percio' non per enfasi lo chiamo templum da
con-templari.
La natura morenica del colle su cui sorge esigeva anche ampiezza di
fondamenta e a ciò si presta bene la sporgenza delle cappelle e
dell'atrio, quasi tentacoli e piedi d'appoggio alla periferia della
rotonda che aderendo all parete minacciante della chiesa vecchia,
l'assicurava, utilizzandone una parte per cappella, e l'altra per oratorio
diviso o meglio comunicante per gli ampi fori, con la tribuna.
Così diminuiva la spesa, non si demoliva la chiesa vecchia, sacra per
tanti ricordi, e sorgeva tre volte più capace, la nuova sulla piattaforma
di cemento armato.
Unica vittima il brolo del parroco. Qualcuno direbbe anche la borsa del
popolo, ma non è: perchè patteggiata con Dio l'assicurazione contro la
grandine, per tre anni s'ebbe tale abbondanza di raccolto e quest'anno
tale aumento di prezzi che
gliene diè cento e non sentì le diece.
All'ing. cav. Guido Bosinelli che fece i rilievi
dapprincipio ma poi per le sue troppe occupazioni si ritirò, successe
nella direzione dei lavori e nei calcoli per la statica il giovane e
valente ing. Luigi Marconi di Bussolengo.
Nell’asta fu affidata l'impresa alla ditta Astori-Cabrini che per serietà
di affidamento, copia di mezzi, esperienza edilizia e favore di prezzi
dava le migliori garanzie.
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Prescelsi la forma rotonda, oltre che per le ragioni
statiche ed estetiche, anche perchè è la più antica per i templi presso
gli etruschi e i romani, che avendo le case rettangolari. erigevano a Dio
la rotonda, in memoria delle prische capanne, come invece in Africa, ove
le capanne degli uomini sono rotonde, quella di Dio è quadra.
.L’inversa disposizione delle colonne, al confronto della Madonna di
Campagna, è richiesta dalla necessaria ampiezza per lo sviluppo del paese,
e dissimula il vuoto laterale nei periodi di magra.
Le eccezioni di afonicità e di <<volti barbari>> quasi che le colonne
nascondano, oggi tacciono.
Un posto d'onore ho riservato al fonte battesimale, pur troppo spesso
relegato negli sgabuzzini, mentre una volta aveva edicole sontuose come i
battisteri del Laterano, di Pisa e di Firenze.
Una parola sacra volli pure serbata alle finestre, che sono gli occhi
dell'edificio, spesso trascurati e cisposi.
E alle finestre inferiori (tra le croci d'Italia e di Verona) affidai la
memoria della Via Crucis; a quelle della cupola, pure incrociate dalla
carità del natio loco. la predica delle opere di misericordia in cui è
tutto il cristianesimo.
Pe reciprocità nel perdonare le offese, come io perdono a quelle
recate al mio progetto, spero che chiesa ed artisti perdoneranno a quelle
da me inflitte al decoro ed all'arte. Le quali tuttavia si attenueranno
quando l'atrio (simbolo della ospitalità della chiesa anche per chi non
vuole entrare) toglierà l'odierna sfacciataggine: quando l'altare in
memoria dei caduti, compirà le devozioni ed i voti; e quando, nella
consecrazione, ornata come sposa, cingerà il doppio anello delle sue
balaustre, che dall'interno pioverà luce e canto sulla plebe devota, e
all'esterno stenderà lo sguardo protettore sulla valle ferace.
Oggi clero e popolo inaugurano con la benedizione
del Vescovo l'opera dell'ardimento e della pietà, lieti che non abbia
inflitto, con meno dispendioso progetto, un insulto alla divozione
generosa; orgogliosi anzi che il prezzo se non il pregio, permetta loro di
restituirmi il cognome, temporaneamente mutatomi (ndr D.Spreca).
D. Trecca
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