Nell’interno, il
grande vano circolare è suddiviso da una peristasi di otto colonne,
sulle quali si imposta la sequenza alternata di quattro arcate e
quattro segmenti di trabeazione. Sul perimetro circolare delle colonne
corinzie si eleva, sormontato dalla cupola, l’alto tamburo, ottagono
all’interno, rotondo all’esterno.
... Più apprezzabile è la visione a scala paesaggistica, da distanza,
in funzione della quale vanno letti l’espansione verticale del tamburo
cupolato e dei bracci della crociera. E in risonanza con l’ampio
scenario collinare va vista l’aerea convessità della cupola.
Pregevole, nell’ideazione progettuale, è l’evidente intento di
conferire allo spazio interno – e di conseguenza al rito religioso che
vi si svolge – una rinnovata forza di suggestione. A ciò rinvia la
scelta, peraltro coraggiosa, dell’impianto centrico, anziché del più
ricorrente impianto basilicale o a croce latina. L’enfasi attribuita
alla circolarità e unitarietà dello spazio – tramite la connessione
dei ritmi rotatori delle colonne, del tamburo e della calotta –
accentua il simbolismo della cupola come volta celeste e dell’intero
spazio chiesastico come evocazione dell’al di là cristiano. Ma tale
intenzionalità espressiva – che poteva essere allusa, come insegnano
le chiese palladiane, anche da semplici e lucenti superfici
bianche – è tuttavia contraddetta dall’opaca e mediocre decorazione
pittorica che si è venuta depositando sulle pareti e sulla cupola
negli anni Quaranta di questo secolo.
(tratto dal libro edito dal comune, Marano Valpolicella,
1999)
Encaenia chiesa di
Marano |
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