|
Tempio della Dea Minerva |
MARANO DI
VALPOLICELLA |
|
|
|
|
|
Tracce dell'esistenza di un tempio dedicato alla dea
Minerva, si riscontrano già nei toponimi del luogo dove potrebbe trovarsi.
Il Santuario posto sul versante sud del monte "Castelon" un tempo non
lontano era chiamato Santa Maria di Minerbe. Lo stesso si può dire di San
Rocco, pochi decenni fa chiamato Minerbe. |
Dal giornale
l'Arena del 18/12/2006
La Soprintendenza di Verona
programma scavi di ricerca dei resti |
|
|
|
|
|
tavole di Giuseppe Razzetti
|
|
Fu per tale ragione
che, incuriosito dal toponimo e da alcuni rinvenimenti effettuati da
contadini della zona, Giovanni Gerolamo Orti Manara, appassionato
studioso veronese di antichità vissuto nella prima metà del secolo
scorso, promosse degli scavi archeologici che confermarono ben presto
le ipotesi avanzate.
Il rinvenimento fu di straordinaria importanza in quanto al momento
della scoperta l’area si presentò pressoché integra di elementi e
arredi, per quanto ormai completamente in rovina. Purtroppo la
metodologia d’indagine adottata – si trattò di uno sterro affidato
a manovalanza locale – determinò, irrimediabilmente, la perdita di
dati preziosi ai fini
dell’interpretazione del sito e delle sue vicende storiche. Non fu
comunque una mancanza da imputare allo studioso veronese in quanto
quelli erano i sistemi di indagine adottati nel secolo scorso, quando
ci si limitava a mettere in luce gli elementi strutturali e i reperti
mobili di particolare ‘valore, senza fare alcuna attenzione alla loro
collocazione topografica
e stratigrafica.
Le ricerche vennero condotte nel
1835
e l’Orti Manara concentrò la propria
attenzione nella località di Santa Maria di Minerbe, sita lungo le
pendici occidentali del dosso del Castelon sulla cima del quale si
trovano ora i ruderi di un castello. |
|
|
La breve relazione
degli scavi, apparsa nel «Bollettino di corrispondenza archeologica» del
1836
(ORTI
MANARA
1836) riassume in poche righe la
descrizione delle strutture e degli oggetti rinvenuti; nelle tavole di
Giuseppe Razzetti (noto pittore mantovano che lavorò per Orti: MARCHINI
1972, 109-117), ora custodite presso
la Biblioteca Civica di Verona, sono riprodotti la pianta dell’edificio
individuato e alcuni degli oggetti recuperati.
(tratto dal libro edito dal comune, Marano Valpolicella,
1999) |
|
|
|
|
|
|
Nonostante l'accurata descrizione dei ritrovamenti, non
è stato indicato il luogo esatto dov'era il tempio. La vegetazione e il
progressivo interramento al momento non permettono l'individuazione dei
ruderi. |
|
|
|
|