- Domenica 25 Novembre, 2012
- CORRIERE DEL VENETO – VERONA
Vigne e cemento, quei progetti che interrogano la Valpolicella
E a Fumane il Tar «salva» la collina di Marezzane
VERONA — Marano è forse il solo comune della Valpolicella che negli anni ha saputo salvare il suo paesaggio dall’altrimenti inarrestabile avanzata del cemento (chiedere a Negrar per conferme). Per questo, quando nel Piano di assetto del territorio (Pat) in discussione è spuntata la trasformazione di un’area da 60mila metri quadri coltivata con prestigiosi vigneti doc a ridosso della frazione di Valgatara da agricola a industriale, qualcuno è sbottato sulla sedia. «Si tratta di quasi 20 campi di terreno, con un indice normale si potranno realizzare 30 mila metri quadri di capannoni – afferma il consigliere di minoranza Paolo Zardini – ma stiamo scherzando?». «Quell’area – spiega il sindaco di Marano, Simone Venturini – potrà servire per spostare alcune aziende vitivinicole oggi ubicate nel centro del paese, che creano problemi di rumore e traffico». Venturini ricorda per altro che il Pat fa solo programmazione e chiunque vorrà costruire in quell’area dovrà scendere apatti col Comune. «Se la proposta che venisse dal privato non fosse accettabile, dal punto di vista ambientale e paesaggistico, tutto rimarrà com’è», garantisce il sindaco, che aggiunge: «Chiuderò i miei dieci anni di amministrazione senza aver autorizzato nemmeno una lottizzazione».
Di certo, in Valpolicella, negli ultimi anni la sensibilità ambientale è aumentata. Lo dimostrano, ad esempio, le critiche che si è attirato a San Pietro in Cariano il progetto di riqualificazione delle ex acciaierie Lonardi: un insediamento storico (dalle sue fucine nacque anche la stella di piazza Bra) su 90mila metri quadri, da tempo chiuso. L’amministrazione, guidata dal leghista Gabriele Maestrelli, ha inviato a Venezia la richiesta di avere il timbro dell’«interesse regionale», che permetterebbe di autorizzare sul sito circa 130 mila metri cubi di edificazione: un nuovo borgo da 700 abitanti. «Comunque la metà dei 265 mila metri cubi che proponeva la precedente amministrazione», spiega il sindaco. Ma perché il progetto dovrebbe essere di «interesse regionale»? Perché, se approvato, il privato costruirà una nuova strada (riqualificando, in parte, strade già esistenti) che da San Pietro collegherà Parona (e il futuro anello del traforo) evitando di passare per paesi come Pedemonte e Arbizzano. «Non muoio dalla voglia di autorizzare nuove lottizzazioni – spiega Maestrelli – ma questa è un’area con 560mila mq di capannoni dismessi. La nuova strada permetterà di alleggerire il traffico sulla provinciale, che andava bene quando in Valpolicella ci abitavano in 30mila, ma oggi che siamo 70mila è al collasso. Misuriamole lì le pm 10 e vedremo: altro che cementificio!». Maestrelli si riferisce al tanto contestato impianto a Fumane della Cementirossi, che ora deve registrare una nuova battuta d’arresto.
Dopo la bocciatura del piano di ampliamento, è arrivato anche un altro no del Tar al ricorso dell’azienda contro il parere negativo della Soprintendenza (che aveva ribaltato quello positivo della Regione) al rinnovo della concessione mineraria per altri 15 anni sul monte Noroni, con l’apertura di una nuova cava di marna sulla collina di Marezzane. L’escavazione avrebbe dato luogo «ad una modifica morfologica non recuperabile», ovvero l’abbassamento della sommità collinare: per il Tar il giudizio della soprintendenza «appare immune» dai vizi denunciati da Cementirossi (che ne lamentava l’insufficienza istruttoria e le carenti motivazioni) e non va quindi cassato. Gli ambientalisti, della Valpolicella e non, esultano.
Alessio Corazza
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Il TAR respinge il ricorso presentato da Cementirossi contro la Sovrintendenza, che aveva espresso il suo parere negativo (vincolante) contro le escavazioni nel Parco.[..] http://www.veramente.org/wp/