L’ARENA del 01 dicembre 2012
FUMANE. La questione Cementirossi
«Il protocollo con i Cementieri non giustifica i guasti presenti»
«Diamo atto a Cementirossi di effettuare ripristini decorosi, l´abbiamo sempre detto, ma non sono benevola concessione bensì obblighi di legge. I guasti al territorio causati dalla presenza del cementificio di Fumane non sono e non possono essere oggetto di discussioni sulle buone intenzioni di un´azienda, perché sono ormai scritti in atti giudiziari». Lorenzo Albi della sezione di Legambiente Verona interviene e precisa la posizione di Legambiente sulla questione Cementirossi dopo «i toni trionfalistici» con i quali è stato annunciato l´inserimento di Cava Noroni tra Fumane e marano, tra i casi eccellenti di recupero ambientale nel protocollo tra Legambiente nazionale e l´associazione dei Cementieri di Confindustria, Aitec, stilato a Rimini lo scorso 7 novembre.
«Un protocollo», spiega Albi, «che riguarda il futuro, segnando linee guida generali per evitare altri guasti creati in passato dalle attività estrattive». Nel documento firmato da Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, e Alvise Zillo Monte Xillo, presidente di Aitec, si sono fissati anche i principi per la coltivazione delle cave e ripresa la legislazione che impone il ripristino dei luoghi. «Sono stati fatti una decina di esempi di buon recupero in diversi comuni d´ Italia ma nessuno è stato premiato. Non so chi abbia diffuso con toni trionfalistici questo accordo, invocando contraddizioni nel seno della nostra associazione».
Il contrasto tra la posizione di Legambiente nazionale e Legambiente di Verona, parte civile nel ricorso contro l´estrazione di Marezzane da parte di Cementirossi insieme al Parco della Lessinia e altri comitati di cittadini, è saltata infatti subito all´occhio.
«Oggetto del protocollo di Rimini è solo quello di ridurre gli impatti su atmosfera, acque, sottosuolo, suolo e paesaggio nelle fasi di progettazione, gestione e recupero di una cava. Noi abbiamo combattuto e continueremo a combattere questa politica aziendale. In causa è la conduzione del cementificio, condannata in modo incontestabile per due volte dal Tar del Veneto, dalla Soprintendenza e dal Consiglio di Stato sia per il progetto di nuovo stabilimento a Fumane che per l´estrazione di Marezzane». E fa riferimento all´ultimo giudizio espresso dal Tar Veneto che dà ragione alla Soprintendenza contro la scavo a Marezzane.G.G.