Nevica d’agosto

dal sito di Slow Food

La terra ci nutre, il paesaggio ci incanta con la sua bellezza, la natura ci fa vivere. Eppure ce ne dimentichiamo o peggio facciamo finta di niente. E così ci affidiamo a politiche miopi, facciamo scelte affrettate, guidati dalla strategia del qui e adesso, tutto e subito. E da un’irritante costanza con cui percorsi più accusati di essere più faticosi ma altrettanto remunerativi vengono ignorati, mentre con noncuranza e disinteresse si scelgono strade facili ma troppe volte dannose, lungo la via della totale assenza della cultura del bene comune. Scritto da Luca Martinelli e diretto da Lucilla Tempesti il film documentario Nevica d’agosto ci racconta tutto questo, e ci racconta anche che un Frame_NDAaltro mondo è possibile, anzi già esiste.

Un’opera densissima, da vedere e rivedere, che fa arrabbiare e ben sperare nello stesso tempo, che insegna molto e che vorremmo fosse vista da tutti. Soprattutto da chi ha in mano la gestione del bene comune e da chi dovrebbe occuparsi di farci vivere in un ambiente sano, bello, pulito. Perché non è più possibile pensare che lavoro e “benessere” debbano essere sinonimi di inquinamento, sfruttamento delle risorse senza criterio, deturpamento e malattia.

Siamo in Valpolicella, una terra simbolo di questi contrasti, dove al paesaggio magnifico costellato di ville romane, vigneti e pendii si alternano le cave che alimentano i cementifici, un pugno nello stomaco da far piegare in due. Una terra però dove altre scelte sono più che possibili. Anzi, sono diventate realtà.

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La consistenza dei contenuti è ben resa dalla tecnica narrativa che affida il racconto a chi vive il territorio e lo difende. «La scelta – spiega la regista – è stata di prendere tempo: un tempo che raramente ci si concede, dodici mesi di riprese seguendo l’alternarsi delle stagioni. Un ritmo che ci ha permesso di fare esperienza di luoghi e persone, suoni e immagini. A ogni stagione corrisponde un “tempo” della valle: un tempo che unisce il destino di un territorio e della comunità che lo abita. Uno sguardo costruttivo che parte dalle vicende legate alle lotte dei comitati locali contro le attività di un cementificio e che diviene una riflessione collettiva sul rapporto tra uomo e ambiente».

Il titolo prende spunto da un fatto di cronaca. «A Fumane nevica anche d’estate» era l’annuncio di un articolo degli anni Sessanta pubblicato dal quotidiano 3804_393766390717210_1926645456_nveronese L’Arena che raccontava un evento straordinario: in pieno agosto, i tetti della Valpolicella si coprono di neve. È una neve artificiale, la cenere prodotta dal cementificio di Fumane. Oggi quei cementifici sono ancora attivi, una storia che Luca Martinelli ha voluto diffondere a partire da chi cerca ogni giorno far imboccare i sentieri del rispetto e della salvaguardia: «Quando ho raccolto e scritto la storia dei comitati in Valpolicella ho anche immaginato che sarebbe stato bellissimo raccontarla per immagini. Provare a cambiare mezzo, per render in modo più evidente la bellezza dei paesaggi e lo “stridore” delle politiche estrattive e di quelle legate all’economia del cemento, con l’impianto piazzato in mezzo alle vigne, a poche centinaia di metri dall’abitato di Fumane. Grazie a Lucilla e con il supporto di Nuvolanove l’idea s’è fatta progetto e oggi testimonia un pezzo di vita di una bella comunità. Un messaggio di speranza, per tutta l’Italia.».

Il film inizia d’estate, ripercorrendo la storia della Valpolicella, dai fasti romani all’abbandono degli anni Sessanta e fino alla ripresa attuale che valorizza la vocazione agricola dell’area e come ben noto la viticoltura, perché «L’attività agricola si è sempre e dovunque configurata come baluardo e roccaforte della difesa del territorio. E la Valpolicella è da sempre una terra legata all’agricoltura e non può diventare come purtroppo in certi casi è successo un’orrenda periferia di Verona» è la chiara la dichiarazione d’intenti del conte Pieralvise di Serego Alighieri, tra i primi protagonisti intervistati e presidente dell’associazione SalValpolicella impegnata a difendere la valle dall’assedio del cemento.8025923441_a837472a61_b

L’autunno è tempo di vendemmia, ma il racconto prosegue narrando della trasformazione del paesaggio, di quella «urbanizzazione speculativa, e al di fuori di ogni controllo, del territorio compreso nel comune di Negrar, in provincia di Verona» che ha generato anche un nuovo termine, negrarizzazione appunto. Stiamo parlando di «145 metri cubi di cemento a testa, la media italiana già altissima è di 53 metri cubi. Negrar è ormai irriconoscibile con scassi paesaggistici irreversibili» ci avverte il ricercatore e scrittore Gabriele Fedrigo. Arriva l’inverno insieme al racconto della lotta contro gli abusi al territorio, e la scoperta della possibilità di tradurre questa lotta in trasformazione sociale. Infine, la primavera: lo scontro tra diversi modelli di sviluppo chiama i cittadini che si riconoscono in collettività e insieme si decidono di occuparsi della propria. Ora il futuro è in mano ai ragazzi, come Alessandro Lonardi giovane agricoltore che pesca nella memoria per riscrivere il domani di questa regione. E speriamo di tutto il nostro Paese.

A cura di Michela Marchi
m.marchi@slowfood.it

Nevica d’agosto è un documentario dedicato alla Valpolicella e alla trasformazione del paesaggio, prodotto da Nuvolanove e con il patrocinio di Slow Food Italia e del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio. Le voci e le vicende raccontate in Nevica d’agosto mostrano come la riflessione critica, partecipata e costruttiva dei cittadini possa agire per la salvaguardia del territorio e sia intimamente legata alla nostra quotidianità.

I comitati e le associazioni che desiderano promuovere e presentare il film possono scrivere a info@nuvolanove.it

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