MARANO DI VALPOLICELLA

Assai caratteristico é ad esempio, sopra ogni altro, l'antico abitato di Mondrago, uno dei pił conservati villaggi di pietra della Lessinia, essendo posto appunto nella parte pił alta del Comune, lą dove la Valpolicella finisce per trascolorare in zona montana, gią regno dei boschi e dei pascoli ed ora territorio economicamente depresso, a causa dell'abbandono di attivitą tradizionali, con conseguente emorragia di quella popolazione che, fino a non molti decenni fa, vi insisteva relativamente numerosa, dedita soprattutto al taglio dei boschi e all'allevamento del bestiame.

 
 

La situazione di un tempo é del resto ben descritta, per tutto il Comune, da una guida di cent'anni orsono: "si stende il territorio di questo Comune nella parte media del distretto (di San Pietro in Cariano) con carattere in tutto montuoso; ... e fertile é ben coltivato: dą uve, cereali, gelsi, alberi da frutta, legumi e patate. Industrie locali sono quelle attinenti la produzione del vino, dei latticini e del piccolo bestiame da cortile". Numerosissime sono, nel territorio, le testimonianze preistoriche: Ravazzol, Boschetti, Monte Castelon, San Rocco, Pizzol, Monte Per, Castel Besin, Monte Noroni, Mondrago, Porcarola e Ciacalda, Covolo dei Pani, sono tutte localitą che hanno restituito selci, ceramiche, ossa, bronzi ed altri materiali oggi al Museo di Sant'Anna d'Alfaedo, al Museo di Verona e alla Soprintendenza alle Antichitą delle Venezie. Il merito di questi ritrovamenti va soprattutto ad Olindo Falsirol, a Raffaello Battaglia, a Francesco Zorzi, a Luciano Salzani, a Leone Fasani, che in Valpolicella hanno continuato una tradizione di scavi avviata ancora nel secolo scorso da Stefano de Stefani. Ad esempio uno scavo di saggio sul monte Castelon di Marano ha posto di recente in luce una successione stratigrafica che comprende un orizzonte protoveneto, un orizzonte della tarda etą del Ferro ed un orizzonte medioevale.

Particolarmente interessanti sono apparsi di questo saggio i materiali dell'orizzonte protoveneto che presentano caratteristiche tipologiche molto elaborate e sembrano preludere alcuni motivi della vera e propria etą del Ferro. Pur aprendo problemi e prospettive nuove, la quantitą dei materiali non č stata tuttavia sufficiente a determinare e specificare meglio l'orizzonte di passaggio dall'etą del Bronzo finale all'etą del Ferro.

         
       

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