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La situazione di un tempo é del resto ben descritta, per
tutto il Comune, da una guida di cent'anni orsono: "si
stende il territorio di questo Comune nella parte media del
distretto (di San Pietro in Cariano) con carattere in tutto
montuoso; ... e fertile é ben coltivato: dą uve, cereali, gelsi,
alberi da frutta, legumi e patate. Industrie locali sono quelle
attinenti la produzione del vino, dei latticini e del piccolo
bestiame da cortile". Numerosissime sono, nel territorio, le testimonianze
preistoriche: Ravazzol,
Boschetti, Monte Castelon, San Rocco, Pizzol, Monte Per,
Castel Besin, Monte Noroni, Mondrago,
Porcarola e Ciacalda, Covolo dei Pani, sono tutte localitą che
hanno restituito selci, ceramiche, ossa, bronzi ed altri
materiali oggi al Museo di Sant'Anna d'Alfaedo, al Museo di
Verona e alla Soprintendenza alle Antichitą delle Venezie. Il
merito di questi ritrovamenti va soprattutto ad Olindo Falsirol,
a Raffaello Battaglia, a Francesco Zorzi, a Luciano Salzani, a
Leone Fasani, che in Valpolicella hanno continuato una tradizione
di scavi avviata ancora nel secolo scorso da Stefano de Stefani. Ad esempio uno
scavo di saggio sul monte Castelon di Marano ha posto di recente in luce una
successione stratigrafica che comprende un orizzonte protoveneto, un orizzonte
della tarda etą del Ferro ed un orizzonte medioevale.
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