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La campana di Federico della Scala, fusa nel
1321 per la torre del suo castello di Marano. |
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Precisamente sorgeva poco addentro dove ora è la coara,
spesso ridotta a scavezzaia, che viene imboccata dalla processione
quando questa, nel giorno della
festa della
Madonna, gira attorno al monte stesso". Poi, come spesso
succede, abbattuto ancora in età altomedioevale il tempio a
Minerva,
venne costruito, in suo luogo, un piccolo santuario dedicato alla
Vergine Maria che via via, di trasformazione in trasformazione,
giunse fino a noi. Il simulacro della
Madonna che si venera attualmente nella chiesetta - che per la
sua posizione panoramica domina tutta la Valpolicella occidentale
- risale al 1516 e, come dice l'iscrizione, fu fatta eseguire
dalla Compagnia di Santa Maria della Valverde del Castello di
Marano. Un notevole rifacimento di questo sacello va registrato
nel 1682 come si può anche in tal caso rilevare da una iscrizione
posta sopra l'altare maggiore. Durante il periodo scaligero Marano
ed il suo castello furono infeudati a Federico della Scala, conte
della Valpolicella. Per una congiura tramata da Federico nei
confronti di Cangrande, il conte venne poi bandito e il
Castello
di Marano fu abbattuto per non risorgere più. Resti delle
strutture del maniero affiorano comunque ancora nei pressi del
Castelon e meriterebbero anzi maggiori attenzioni in relazione ad
una loro messa in luce. Ricorda Gian Maria Varanini come il
Castello
di Marano, menzionato per la prima volta (indirettamente) nel
1213, venisse distrutto dal
noto
terremoto del gennaio 1222. Della successiva ricostruzione non
si ha notizia; tuttavia nella seconda metà del Duecento esso era
in efficienza e - unico fra i castelli della Valpolicella -
sorvegliato permanentemente da una guarnigione. |