MARANO DI
VALPOLICELLA
Una fra le paesaggisticamente più belle di tutta la
Valpolicella, la valle di Marano colpisce
il visitatore per la sua amenità. Una serie di poggi ne
caratterizza infatti l'ambiente, plasmato in dolci declivi, su
cui si innalza, ma anch'essa rotondeggiante, la mole del monte
Castelon, testimone di un'intensa attività vulcanica che ebbe ad
interessare la valle sul finire dell'era Secondaria e nella prima
metà di quella Terziaria. Paesaggio ampio e dolce, dunque, che
spazia sulla sottostante pianura. |
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Il Comune di Marano di
Valpolicella (kmq 18,63) occupa con il suo territorio tutta
questa valle che sta fra quella del Progno di Fumane e quella del
Progno di Negrar. E una valle che, situata nel cuore della
Valpolicella, si apre largamente a mezzogiorno dove sono
coltivati viti e ciliegi, ma dove alligna con un certo successo
anche l'olivo. I suoi abitanti, che assommano a poco meno di
tremila, sono per lo più distribuiti in piccoli nuclei e in case
sparse, come si conviene ad una popolazione che, fino a non molti
anni fa, era prevalentemente dedita all'agricoltura. Fino a non
molti anni fa: perché adesso anche qui l'agricoltura è
praticata da pochi, in moderne aziende che producono il fior
fiore dei recioti della zona e ciliegie fra le più apprezzate di
tutto il Veronese, il resto della popolazione industriandosi
invece presso aziende del secondario e del terziario, in loco e
nei vicini Comuni della Valpolicella. Moderne aziende agricole,
quelle sopravvissute, che sanno sposare tradizione e
progresso, badando alla qualità dei prodotti ancor prima che
alla quantità.
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I nuclei abitati principali sui quali convergono contrade e
singole corti: Valgatara (con
Paverno,
Agnela,
Badin, Canova,
Fasanara,
Gnirega,
Maregnago,
Molino,
Pozzo,
Torre e
Villa),
Prognol,
Marano (con
Canzago,
Cotto e
Ravazzol),
Purano
(con Ziviana,
Gazzo,
Cornal),
Pezza,
S. Rocco (con
Carazzole e
Tonei)
e Mondrago . Molte di queste contrade o corti - che si
sono salvate da recenti distruzioni edilizie - testimoniano
ancora di una civiltà contadina che aveva saputo fare, anche del
fatto abitativo, un qualche cosa di molto organico e funzionale.
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